I giorni del Covid: le colpe sono sempre degli altri, meglio se Juve o gay

Le colpe degli altri: siamo sempre convinti che gli altri siano comunque peggio, che i loro comportamenti destabilizzino la sicurezza. Noi abbiamo sempre una scusa, un motivo, un alibi. Gli altri no. Anche il virus è colpa degli altri: dei cinesi se siamo fatalisti; di qualche laboratorio maldestro se complottisti. E se la natura si ribella è chiaramente colpa di chi l’ha messa in obbligo di farlo: un prelato polacco è arrivato a dire anche come il Covid sia la risposta ai matrimoni gay. Il delirio ha risvolti comici: è la nostalgia di Sodoma e Gomorra. Il problema è che poi qualcuno (e magari non pochi) ci crede davvero e nel caso poi c’è Orbán, che, raggiunti i pieni poteri (come piacerebbe anche al suo compare italiano) da ieri vieta ai transgender il riconoscimento del cambio di sesso; ma d’altronde se in Ungheria va così, la Polonia, con orgoglio annunciò poco tempo fa, con tanto di segnaletica stradale, che aveva bonificato diverse zone dalla presenza di gay (lo so: è drammaticamente esilarante), come all’epoca si scriveva comune denuclearizzato.

Nei giorni del Covid la gara è a chi fa peggio. Grande è la confusione sotto i cieli. Il disagio e la paura sono niente al confronto della stupidità e l’incapacità. Non serviva certo che la casella postale telematica dell’Inps andasse in tilt dopo pochi minuti per ribadire che lo sviluppo tecnologico e informatico in Italia è deprimente rispetto al resto del mondo più avanzato: dall’uso del bancomat a tutte le operazioni on line, che ormai dovrebbero essere di quotidiana semplicità, il panorama è sempre stato avvilente. Ma la colpa è chiaramente di altri: magari di fantomatici hacker. Qualcuno si aspettava che tutto funzionasse sul serio? O che si dicesse: siamo un Paese deprimente, che ha quasi nostalgia dell’aratro e del pallottoliere?

Grande è la confusione sotto i cieli. Prendiamo le mascherine. Un giorno non servono a niente, un giorno sono fondamentali, perché anche gli scienziati ci mettono più dubbi che certezze: magari non si potrebbe altrimenti, però ormai è a chi la spara più grossa per far parlare di sé; peggio quando le mascherine sono annunciate in arrivo e poi si scopre che si bloccano da qualche parte o se arrivano che sono poco più di pezzi di carta, buone solo a strombazzare l’ipotetica efficienza di qualche politico, come chi promette nuove strutture ospedaliere per un tot di posti letto e poi alla fine, senza darlo troppo a vedere, non sono nemmeno un decimo del previsto. Poi questi simpatici politici passano la giornata a colpevolizzare gli altri, che oggi, nonostante incertezze e titubanze, fortunatamente governano (ci pensate a cosa sarebbe stato altrimenti?), ma mica per tornaconto elettorale, ci mancherebbe: c’è anche chi paradossalmente si è lanciata in un grido di allarme autoritario, provenendo proprio da quell’area politica che lo desidererebbe tanto. Qui l’umorismo raggiunge vertici inattesi e sublimi.

Non parliamo poi dello sport. C’è chi vorrebbe ricominciare a giocare anche domani, perché ha l’occasione di vincere uno scudetto e siccome gli capita una volta ogni 20-30 anni non vuole accettare la situazione drammatica; ma anche chi ha perfino proposto di correre il Tour de France a porte chiuse, che è quasi geniale nella sua demenzialità; c’è chi pensa che la colpa sia sempre della Juve, riprovevole anche di aver avuto il primo giocatore positivo (perché le ossessioni sono dure a morire) e chi ha perso settimane per capire che Europei e Olimpiadi erano impraticabili per quest’anno. Lo sport, se possibile, ci regala sempre le soddisfazioni migliori.

E poi c’è chi, nella febbrile eccitazione di scoprirsi investigatore privato, fa la conta di chi va a correre, va a portare fuori i cani, ha bambini a cui badare, ha gli anziani da accudire, fa il giro del caseggiato per sgranchirsi le gambe, magari poi andando al supermercato per comprare solo gli stuzzicadenti o peggio organizzando grigliate carbonare, ma tanto la colpa è sempre degli altri.

Se il Coronavirus non fosse così malvagio, si potrebbe anche sorridere pensandolo in grado di guardare l’umanità, avendone pena e divertimento, di fronte a tanta nostra stupidità, ma purtroppo è l’unico a non essere comico in tutta questa maledetta faccenda.