Gennaio, Febbraio, Marzo, Aprire: che strano Paese è l’Italia

Dopo averci fatto intendere che liberi tutti sarebbe arrivato soltanto dopo una cospicua campagna vaccinale; dopo averci fatto credere che i numeri avrebbero avuto fondamentale importanza nelle scelte sulle misure da prendere (e infatti da mesi stiamo sui 13-16.000 contagi in più al giorno, e sui 350-500 morti al giorno, senza calo avvertibile); dopo averci frastornato con un arcobaleno di colori dove alla fine non si capisce più cosa sia lecito o cosa no; dopo averci rassicurato su come Salvini potesse sbraitare sulle aperture lasciando isolato il suo solito abbaiare alla luna; dopo averci rassicurato che no, gli errori del passato non sarebbero stati ripetuti; dopo averci fatto sperare che finalmente qualcosa non funzionava all’italiana cercando di non scontentare mai nessuno scontentando così tutti; dopo tutto questo e altro ancora, improvvisamente in un pomeriggio qualsiasi, senza evidenti cambiamenti situazionali, men che meno stimando una ritirata del virus, oplà: l’inflessibile Draghi ha annunciato che tra qualche giorno tutto tornerà in una sostanziale normalità, con bar e ristoranti apparecchiati per la gioia di tutti (ma i ristoranti solo per chi ha tavoli all’aperto), piscine, palestre spalancate, perfino teatri, musei e cinema a disposizione di pubblico (con quali film, non è detto), mentre i tifosi potranno perfino tornare allo stadio (urlando e abbracciandosi a ogni gol), eccetera eccetera. Dal niente al (quasi) tutto con una capriola spettacolare. Contando ovviamente sempre sul buon senso della popolazione, che infatti accende focolai locali a ogni santo giorno.

Che strano Paese è l’Italia.