Né genio, né asino, però Pirlo può solo ringraziare Ronaldo se la Juve è rimasta in piedi. Ma col disordine non si va lontani

E così già alla seconda partita Andrea Pirlo, che sette giorni fa era stato quasi salutato come una specie di genio, si ritrova sul banco degli imputati, non senza motivazioni valide, ma anche con ragionamenti che non tengono conto di fattori inconfutabili. Non c’è dubbio: la Juve vista a Roma è stata sconcertante, per un’ora deprimente e gran parte di questo probabilmente è dovuto alla formazione scelta dal tecnico, che si potrebbe definire benevolmente “creativa”. Va detto che quest’anno è molto particolare: finita la stagione precedente, con tutti gli affanni del caso, si è praticamente ricominciato subito e le squadre sono state buttate in campo, senza la consueta preparazione (ritiro, partite più o meno sensate in giro per il mondo, occasioni per sperimentare e capire cosa cambiare). A maggiore ragione se il tecnico è nuovo (nel caso di Pirlo si tratta di un debutto assoluto, il che complica la situazione) e la squadra ha diversi elementi appena arrivati. Quindi Pirlo ha ragione quando dice, come ha detto subito la partita pareggiata grazie solo alla nuova prodezza di Ronaldo, che è costretto adesso a fare esperimenti, a provare, a capire dove i giocatori si possono sistemare, alle alternative presenti. Ecco: diciamo che avendo un calendario più che insidioso proprio in avvio, almeno con Roma e Napoli, sarebbe stato meglio (e sarà meglio) non sperimentare, affidandosi al sicuro, anche quello scoperto con la Samp (vittoria da ricalcolare al ribasso sulla base della successiva, clamorosa sconfitta dei blucerchiati in casa con il Benevento). Quindi magari se Frabotta aveva impressionato positivamente era meglio lasciarlo in campo, evitando a Cuadrado di finire in una zona non proprio sua. Poi è evidente che se vai a Roma con in mezzo Rabiot, McKennie, Ramsey (che pure resta il migliore di questi) e Kulusevski anche lui in cerca di un posto dove giocare, è chiaro che il centrocampo dopo 10’ è bello che travolto. Non è un caso che entrati Bentancur e Arthur (che non saranno come dice Pirlo due registi, e non lo sono, ma sanno essere un punto di riferimento nevralgico, soprattutto in fase di impostazione, ma non solo ovviamente) la Juve abbia giocato meglio e non certo perché rimasta in 10 (anche lì: con i 5 cambi a disposizione, non era meglio sostituire la ballerina Rabiot, visibilmente in serata compromessa non solo per il “giallo” sul rigore, e lasciare in campo McKennie? Certo che sì. Anche in questo Pirlo deve essere più lucido).

Per il resto si è visto una squadra completamente allo sbando (e messa così all’inizio, non poteva che esserlo), forse la peggiore di sempre da 10 anni a questa parte e la sensazione resta che corra sempre meno degli altri (qui la tattica c’entra poco, questi proprio corrono poco, dalla fine dell’era Conte in poi si è sempre vista una squadra camminare e pensare troppo). La Juve ha pareggiato, perché il calcio è sempre una sorpresa e se la Roma si divora gol già fatti e dall’altra qualcuno resta, pur a sprazzi, un giocatore meraviglioso, il pareggio può perfino uscire. Certo mancava anche la fantasia di un Dybala, che come Arthur e Bentancur è in ritardo di preparazione (Pirlo ha indubbiamente degli alibi robusti), ma la sua presenza sappiamo comporterà comunque tattiche che in qualche modo dovranno sacrificare altri. Quindi: non è tutto male, i presupposti ci sono per far bene, anche se questo campionato sarà decisamente combattuto, e nemmeno tra pochi. Magari gli esperimenti li si faccia con il Genoa, lo Spezia, il Crotone, l’Udinese, non proprio con Roma e domenica prossima col Napoli. Su due cose si è però abbastanza sicuri: tutti i discorsi (giusti) sul “peso” di Ronaldo (nel senso anche negativo, nel senso anche economico) muoiono nel momento in cui senza di lui ieri sera si sarebbe decisamente perso, e gol lui ne segna comunque tanti, anche quelli “impossibili” (ne sbaglia anche diversi, ma ci sta, spesso i più facili). La seconda è lampante: l’inserimento di Morata è stato inapprezzabile, com’era abbastanza prevedibile. Resta un buon giocatore, ma che in una squadra così serve a poco. E in assoluto non sarà mai un top player. Certo qualche gol lo farà, certo a Roma tutta la squadra era allo sbando, ma non facciamolo passare per quello che non è e non può essere, come la Juve vuol far credere. Al suo posto Dzeko (e va beh anche Suarez), sarebbero stati un’altra cosa (e al di là del gol sbagliato, davvero clamoroso, su Dzeko credo non ci siano dubbi). E torniamo sempre alla società, da cui tutto parte.