Sardine, Nutella e banane: ma io amo la pizza

Le sardine possono piacere come no, d’altronde i 5 stelle parlavano, un tempo, di aprire scatolette di tonno, quindi insomma la metafora del mare va sempre forte. Come ogni novità che si espande in modo torrenziale, scatena un putiferio conflittuale. C’è chi li esalta perché non hanno un riferimento politico preciso (destra o sinistra, che continuano fortunatamente a esistere, alla faccia di chi crede che ogni scelta non ponga anche lo schierarsi da una parte o l’altra…), chi li affossa proprio per questo (e il caso Casapound è stato il primo cedimento a una identità ancora ambigua). In realtà hanno dimostrato che le piazze si possono riempire creando qualche aspettativa, anche con una fragile scintilla di partecipazione, certo non dimenticando le persone, che altri chiamano “gli italiani”, mettendoseli in bocca a ogni sproposito. In questa chiave le sardine rispondono, per ora ma forse anche in futuro, soltanto al bisogno di dire che questa politica fa schifo, che l’odio è orrendo e che chi fa il politico di mestiere lo debba fare con ben altre intenzioni. E comunque le sardine non sono la copia aggiornata dei pentastellati della prima ora. Forse è tutto qui, forse è poco, a vederli nelle piazze si direbbe che è perfino molto: il movimento, che va sempre più di moda anche come risposta al partito organizzato, è il risultato dei nostri tempi. Guardiamoli con interesse, cerchiamo di capire se questo è un vento passeggero. Insomma partecipare e dire di no a qualcosa è un risultato da non sottovalutare. Certo se si pensa a quello che succedeva nelle piazze, tra la gioventù 40-50 anni fa, la cosa comprensibilmente può anche far sorridere.

Non mangio la Nutella, non per risposta al capitalismo delle multinazionali, ma perché ci sono in commercio, senza nemmeno troppe difficoltà nel trovarli, prodotti simili di ben più alta qualità (vale anche per i biscotti neonati, e non penso come confronto ai Baiocchi. ovviamente). Quindi, pur con tutto il carico simbolico che si porta dietro, anche senza passare per Nanni Moretti, della Nutella ne faccio tranquillamente a meno. E quindi il nocciolo della questione è appunto che la questione delle nocciole mi lascia indifferente. Specie se è di propaganda salviniana. D’altronde non bevo nemmeno Coca Cola, preferendo, dovendo sottostare alle bibite, il chinotto. E certo non per via di “Prima gli italiani”, ovviamente.

Per fortuna qualcuno ha mangiato la banana di Cattelan, che messa così sembra quasi una celebrazione erotica. L’arte spesso scivola in situazioni limite (e certo mangiare la banana è sempre meglio degli escrementi, che pure hanno degli estimatori), tra il grottesco e il furbesco. Ma è anche vero che l’arte ci insegna a guardare le cose come non sempre le vediamo, limitandoci a una rappresentazione convenzionale. E comunque allora preferisco la ben più celebre banana di Andy Warhol, che poi il disco ce l’abbiamo in tanti.

Ecco in questo tripudio gastronomico, io mi accontenterei di un’ottima pizza, ovviamente alla napoletana, forse la più grande invenzione culinaria di tutti i tempi.