Ovale, non vale: quando l’umiliazione continua da ridicola diventa patetica

Direi che la faccenda è diventata, e non da ieri, patetica, oltre a ridicola. Non è che la colpa ce l’ha chi continua a invitarci, ma bisognerebbe avere anche l’umiltà di dire: ok, ci abbiamo provato (e da tempo immemorabile), ma abbiamo capito che non fa per noi, che in questo gruppo non c’entriamo un cazzo. Invece a ogni partenza annuale, via con le speranze e le promesse, con
il tentativo di mascherarsi da possibili protagonisti. Sono 28 sconfitte di seguito, spesso brutali (ieri 50-10 contro la Francia) e le poche vittorie storiche spesso sono nate da presunzioni avversarie. Poi per carità l’importante è anche partecipare, ma qualcosa bisognerebbe anche saperla dire. Così è solo una storia di umiliazioni, che anche nello sport non possono continuare a vita. Diamoci un taglio, se possibile: abbiamo creduto che il movimento crescesse, che la Nazionale crescesse. Il fallimento è totale. Bisognerebbe prenderne atto.